Il libro di Marco Invernizzi racconta il giro del mondo in bicicletta, iniziato dall’Autore il 19 luglio 2015.
In un anno l’Autore ha percorso 35.000 km attraversando 35 paesi e 5 continenti.

I dati tecnici della bicicletta e del bagaglio sono indicati nelle ultime due pagine, ma io li voglio indicare all’inizio per rendere l’idea delle “dimensioni” della sua avvenuta: ha viaggiato con una bici da ciclocross; durante il viaggio ha cambiato 5 copertoni, 4 catene, 1 cassetta e 1 corona, 8 coppie di pattini dei freni; la bicicletta con tutti i suoi bagagli raggiungeva un peso complessivo di 38 chilogrammi.
La particolarità della sua avventura è che ha pagato l’alloggio per dormire solo per 10 notti; le altre notti ha dormito nella sua tenda – magari nel giardino pubblico di fronte alla sede dei vigili del fuoco di un qualche paesino sudamericano – oppure utilizzando siti di scambio di ospitalità noti come “couchsurfing” e “warmshowers”.
Invernizzi sottolinea come, in questo modo, sia riuscito ad incontrare persone del luogo partecipando così a feste inaspettate, a cene tra nuovi amici, oltre a trascorrere esotiche serate ballando con belle ragazze.
Buona parte del libro è quindi dedicata al racconto della individuazione del luogo di pernottamento (ad es. ho cercato sui siti di ospitalità, ma non ho trovato alcun ospite; sono quindi andato a chiedere ai vigili del fuoco; ecc.) e racconto delle serate (e talvolta di giornate intere) trascorse con gli “infiniti amici” che ha incontrato durante il viaggio.
I passaggi da un continente all’altro sono ovviamente stati fatti con l’aereo. Mi ha sorpreso leggere che in
un paio di occasioni Invernizzi ha dovuto prendere l’aereo anche per attraversare il confine tra due paesi
dato che, per motivi geopolitici, non era percorribile la frontiera stradale.
La scrittura e la capacità descrittiva dei luoghi non è paragonabile a quella di un Stevenson o di un Maugham. Tuttavia il libro si “fa leggere senza difficoltà”; a me ha fatto venire voglia di provare il bikepacking. Precisamente, questo libro mi ha spinto a comprare le borse per la bici e, appena la stagione lo ha consentito, a fare la mia prima esperienza di backpacking: con amici ho pedalato per (solo) tre giorni in Slovenia; quindi non è nulla di paragonabile al suo “giro del mondo”, ma è comunque un inizio (per il racconto del giro in Slovenia clicca QUI).
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