Nel giorno della sua morte, vorrei ricordare il genio di Henry Kissinger menzionando un passaggio della sua monumentale biografia su “Gli anni della Casa Bianca“, laddove descrive il suo passaggio, a bordo di un volo segreto dal Pakistan alla Cina, sopra l’Himalaya.
Trattasi di una lucida analisi sui rari momenti che evocano l’innocenza e la meraviglia dell’infanzia, contrapponendoli alla routine e alla familiarità dell’età adulta. La descrizione del volo sopra l’Himalaya innevato è particolarmente commovente e serve a ricordare le esperienze straordinarie che possono riaccendere il nostro senso di avventura e il senso della vita.
Non succede spesso che uno riesca a cogliere, da adulto, quella particolare qualità del tempo che quando eravamo piccoli lo faceva sembrare fermo; che dava a ogni evento il mistero della novità, che rendeva ogni esperienza degna di essere gustata per la sua unicità.
Invecchiando ci consolidiamo con presenze familiari per le quali abbiamo sviluppato una risposta meccanica. Nello stessa misura in cui il mondo attorno a noi si trasforma in abitudine, il tempo sembra accelerare; la vita diventa un caleidoscopio di esperienze che appaiono intercambiabili.
Soltanto qualche avvenimento veramente straordinario, tanto nuovo quanto commovente, tanto insolito quanto travolgente fa ritornare l’innocenza di quegli anni in cui ogni giorno era una preziosa avventura che definiva il significato della vita.
Fu così per me quel momento in cui l’aereo attraversò le montagne dell’Himalaya, incappucciate di neve, lanciandosi verso il cielo del roseo bagliore dell’alba.
Henry Kissinger, Gli anni della Casa Bianca

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