Il 30 luglio 2023, nella nostra esplorazione della California, abbiamo lasciato le foreste di Sequoia per andare nel deserto. E che deserto: la Valle della Morte.
Partiti la mattina presto da Bakersfield, abbiamo guidato per 3 ore e 30 minuti attraverso gli aridi territori dell’ovest della California, con un viaggio mai noioso; in particolare siamo passati vicino al:
– Mojave Air & Space Port, dove ci sono centinaia di aerei parcheggiati al caldo e al secco. Infatti l’aeroporto Mojave è diventato non solo un centro importante per l’aviazione sperimentale nel settore aerospaziale (numerose aziende, istituti di ricerca e agenzie governative conducono test e sviluppo di nuove tecnologie aeronautiche e spaziali presso l’aeroporto), ma un famoso deposito di aerei fuori servizio: qui si conservano bene, grazie al clima caldo e secco. Altre volte, qui gli aerei militari e commerciali vengono smantellati o riconvertiti per altri scopi.
– Trona, una piccola città famosa principalmente per le sue miniere di borace e sale. A noi ha colpito per il suo estremo squallore.

La Valle della Morte, o Death Valley in inglese, è famosa per diversi motivi:
1. Record climatici: la Valle della Morte è il deserto più caldo, più arido e più basso del Nord America. Ha registrato temperature tra le più alte al mondo, con un massimo di 56,7 °C (134,1 °F) registrato a Furnace Creek il 10 luglio 1913, riconosciuto come il record di temperatura più alta mai registrato sulla Terra.
2. Paesaggi unici: La valle è caratterizzata da paesaggi desertici spettacolari, che includono dune di sabbia, pianure salate, canyon scolpiti dall’erosione, formazioni rocciose interessanti e montagne dai colori vibranti.
3. Escursionismo: la Death Valley è un parco nazionale che offre numerose opportunità per l’escursionismo, il campeggio, il birdwatching e l’osservazione delle stelle. Tutto questo però in inverno. Noi ci siamo andati in piena estate, e quindi di trekking ne abbiamo fatto poco, cioè il minimo indispensabile per andare dalla macchina al più vicino view point per scattare qualche foto.
4. Storia e cultura: la Valle della Morte ha una ricca storia culturale che include la presenza di popolazioni native americane, i primi esploratori europei, i cercatori d’oro durante la corsa all’oro della California e gli ingegneri minerari che hanno sfruttato le risorse naturali della regione, oltre al primo turismo. Il museo presso il Visitor Center di Furnace Creek è veramente interessante; anzi da non perdere proprio.
5. Film e media: la valle è stata usata come sfondo per numerosi film, programmi televisivi, documentari e pubblicità, grazie alla sua suggestiva bellezza e al suo paesaggio surreale. Tra i film più famosi girati nella Valle della Morte ci sono “Star Wars”, “The Martian” e “The Bad Batch”.

Provenendo da Bakersfield, la prima attrazione che si incontra, subito dopo aver attraversato il confine del parco nazionale, sono le Mesquite Flat Dunes. Queste sono caratterizzate da ampie distese di sabbia dorata, che si estendono per miglia nel deserto.
La loro bellezza e il loro fascino derivano dalle loro forme ondulate e dalle creste scolpite dal vento, che creano un paesaggio suggestivo e mozzafiato; raggiungono altezze fino a circa 30 metri. Le dune presentano una varietà di forme, tra cui creste affilate, valli ondulate e pendii dolci. La loro morfologia è modellata dai venti che trasportano e depositano la sabbia nel deserto.

La sabbia delle dune è composta principalmente da granelli di quarzo e altri minerali. La sua tonalità varia dal giallo dorato al beige, creando un panorama spettacolare; ho letto di (e visto) foto spettacolari scattate durante l’alba e il tramonto, quando la luce del sole illumina la sabbia. Noi le abbiamo visitate con il sole a picco, e quindi la luce più che spettacolare era letteralmente abbagliante. Abbiamo comunque scattato diverse foto.

Ho letto che in inverno è diffuso l’escursionismo sulle dune, camminando lungo i loro pendii sabbiosi e l’esplorazione delle creste e delle depressioni che caratterizzano il paesaggio. Nei giornate estive questa attività è fisicamente impossibile, visto che si rischia la morte.
Ad essere onesti, abbiamo provato a fare un pò di trekking, nel Golden Canyon Trail. Si tratta infatti di una stretta gola scavata dall’erosione nel terreno roccioso della Death Valley; siamo stati affascinati dalla bellezza dei colori vivaci del canyon, con pareti di roccia che variano dal rosso intenso al giallo dorato e al bianco crema.
Il sentiero principale è lungo circa 2,6 chilometri (andata e ritorno) verso Zabriskie Point, un’altra delle principali attrazioni della Death Valley. Noi siamo riusciti a percorrere solo qualche centinaia di metri, e poi siamo tornati indietro, perchè era come camminare con un asciugacapelli in bocca, che spara aria al massimo della velocità

Risaliti in automobile, siamo andati al Devil’s Golf Course; nonostante il nome, non è un vero e proprio campo da golf, ma piuttosto una vasta distesa di cristalli di sale che si estende per chilometri nel deserto.
Il terreno del Devil’s Golf Course è coperto da migliaia di cristalli di sale, che si sono formati attraverso l’evaporazione dell’acqua all’interno della piana salata. Questi cristalli sono spessi e aguzzi e rendono il terreno estremamente irregolare e difficile da attraversare.

La vista del Devil’s Golf Course è incredibilmente suggestiva, con cristalli di sale che si estendono fino all’orizzonte, creando un paesaggio quasi lunare.

Abbiamo fatto qualche passo a piedi dentro le formazioni di sale, non senza qualche apprensione poiché il terreno irregolare può essere assai pericoloso, e i cristalli di sale possono essere taglienti.

L’esplorazione della Death Valley è proseguita fino al Badwater Basin. Questo è noto per essere il punto più basso del Nord America, con un’altitudine di 86 metri sotto il livello del mare.

Nella foto qui sotto si vede cerchiato in nero dove è il livello del mare.

Badwater Basin prende il suo nome da un evento storico relativo all’esplorazione del West americano. Qui infatti c’è un piccolo laghetto di acqua coloratissima. E il termine “bad water” significa letteralmente “acqua cattiva”; il termine è stato coniato dai primi esploratori che si avventuravano nella regione. Il nome deriva dal fatto che l’acqua presente in quella zona è altamente salata e non potabile. Durante l’esplorazione del West, i pionieri hanno scoperto che l’acqua del bacino di Badwater era così salata da essere considerata “cattiva” perchè i cavalli si rifiutavano di bere.
L’alto contenuto di sali disciolti nell’acqua di Badwater Basin proviene dalle rocce circostanti, che contengono sali minerali sciolti dall’erosione. L’acqua scorre lungo il terreno e si accumula nella piana salata, ma evaporando durante i mesi estivi lascia cristalli di sale, contribuendo a creare il paesaggio unico e suggestivo di Badwater Basin.

Abbiamo pranzato al Visitor Center di Furnace Creek, dove c’è un assai interessante museo che illustra la storia della Valle della Morte. All’ingresso del Visitor Center c’è anche il termometro. Noi abbiamo scattato la foto quando c’erano 51 gradi all’ombra; il problema per il turista è che non c’è mai ombra nella Valle della Morte.

Dopo pranzo siamo andati nella zona conosciuta come Artist’s Palette, famosa per i suoi colori vivaci e vibranti che adornano le pareti delle montagne circostanti. Questi colori includono sfumature di rosso, rosa, verde, giallo e viola, che sono il risultato della presenza di minerali e ossidi metallici nelle rocce.

L’Artist’s Palette è facilmente accessibile in auto attraverso la strada Artist’s Drive, una strada panoramica che serpeggia attraverso il paesaggio desertico del Death Valley. Lungo la strada, ci sono diverse aree di sosta e punti di osservazione che offrono viste spettacolari sull’Artist’s Palette e sulle montagne circostanti. Guidare su questa strada è spettacolare non solo per il paesaggio, ma perchè è un continuo saliscendi e un continuo cambio di direzione all’interno del canyon.

Con mezz’ora di macchina abbiamo raggiunto Zabriskie Point, un punto panoramico da cui si gode di una vista sulle formazioni rocciose multicolori del Golden Canyon e delle Amargosa Range.

Anche in questo caso i view point sono accessibili attraverso una breve passeggiata su un sentiero ben mantenuto dalla zona del parcheggio. Si tratta di camminare per poche centinaia di metri, ma con quel caldo lo sforzo è notevolissimo.
A questo proposito, è interessante notare che nel corso dell’intera giornata, non appena rientrati in macchina dopo una escursione, eravamo soliti bere circa mezzo litro di acqua o Gatorade a testa.

L’ultima tappa è stata Dante’s View, che offre una vista su tutta la Death Valley: si può ammirare la vastità del deserto, le formazioni rocciose multicolori, e le montagne circostanti. Il view point si trova infatti 1.669 metri (5.476 piedi) sopra il livello del mare (200 metri più di Cortina d’Ampezzo!).

Qui ci siamo tutti fatti una foto ricordo; ci siamo anche resi conto, ormai a fine giornata, che Romina e Ludovica indossavano quasi la stessa maglietta.

Con un trasferimento di un paio di ore siamo giunti al Tecopa Hot Springs Resort. Qui abbiamo noleggiato un’intera casa.

La casa aveva tre stanze, tre bagni, un mega soggiorno, una cucina con isola.


La cosa più spettacolare era però la piscina di acqua termale bollente, praticamente soltanto per noi. Infatti era bassa stagione; anche per questo noi abbiamo pagato circa 270 euro, mentre il prezzo giornaliero della casa in alta stagione è oltre i 450 euro.

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