Sabato 20 luglio è stata la giornata più intensa e lunga di tutta la vacanza danese, avendo visitato ben tre attrazioni centinaia di km l’una dall’altra.
Abbiamo iniziato visitando il faro di Rubjerg Knude (Rubjerg Knude Fyr), un faro costruito sulla scogliera nel 1900 e letteralmente spostato nel 2019 di circa 70 metri verso l’entroterra a causa dell’erosione della costa.
Il faro si trova sulla costa occidentale della Danimarca in Fyrvejen 110, 9480 Løkken. Ci sono ampi parcheggio gratuiti nelle vicinanze, comodi anche per i camper.
Dopo aver parcheggiato la macchina in un piccolo spiazzo, abbiamo iniziato la passeggiata di circa venti minuti verso il faro. Il sentiero serpeggiava attraverso una vegetazione bassa, che si vedeva essere abitualmente battuta dal vento.
Camminando, hanno cominciato a comparire davanti a noi delle dune gigantesche, che sembravano emergere dal nulla. La sabbia dorata si stendeva a perdita d’occhio, e per un momento pareva di essere nel deserto del Sahara, con le dune che si alzavano e scendevano in forme morbide.
In mezzo a questa distesa sabbiosa, solitario e imponente, svettava il Rubjerg Knude Fyr. Il faro sembrava quasi perso in quel mare di sabbia, con la sua bianca torre contrastante contro l’azzurro del cielo e l’oro della sabbia.

Man mano che ci avvicinavamo, non potevamo fare a meno di pensare alla storia incredibile di quel faro. Come anticipato, il faro fu costruito nel 1900 per essere un punto di riferimento per i marinai lungo la costa dello Jutland settentrionale. Qui si vedono alcune foto d’epoca: la prima scattata nel 1919.

Questa foto invece è stata scattata nel 1985.

Come si vede dalle foto, l’erosione costiera e la sabbia che si accumulava lo hanno gradualmente inghiottito, portando gli esperti a prevedere che il faro sarebbe crollato nel mare entro pochi anni.
Pertanto, nel 2019 il faro venne letteralmente spostato di circa 70 metri verso l’entroterra, su rotaie appositamente costruite, per salvarlo dalla furia del mare.
Questa foto di Tommaso è stata scattata dalla posizione originaria del faro.

Anche questa foto è stata scattata nella posizione originaria del faro (ma guardando il mare), ed è la più significativa del fenomeno erosivo che ha condotto alla traslazione del faro.

Tornando alla nostra visita, arrivati ai piedi del faro abbiamo deciso di salire la stretta scala a chiocciola che conduce in cima. Raggiunta la sommità, il panorama ha quasi tolto il fiato. Da un lato, l’oceano si stendeva all’infinito, mentre dall’altro lato, le dune sembravano un mare dorato che si fondeva con l’orizzonte. Quando si è in alto, ci sono molte occasioni di “attacchi d’arte fotografici”.

Dopo aver assaporato quel momento e scattato qualche foto, ci siamo concentrati a visitare la costa sabbiosa.

Durante il cammino di ritorno verso il parcheggio, abbiamo fotografato un albero che ci aveva colpito già all’andata. Sembrava quasi un simbolo di resistenza contro le forze implacabili della natura: era completamente piegato dal vento, con i rami protesi in una direzione, come se stesse cercando disperatamente di opporsi a quella forza costante che lo piegava., e che aveva obbligato gli ingegneri a spostare il faro.

xxx
Subito dopo la visita del faro siamo andati a saltare nelle bianche dune mobili di Råbjerg Mile
Per tornare al programma e a tutti gli articoli su questo on the road in Danimarca, clicca QUI.