Dove si trova
La Val d’Arbia è una splendida valle immediatamente a sud di Siena; si sviluppa lungo il fiume Arbia, anche se forse ormai è più intuitivo e pratico dire che è attraversata dalla SS 2 – Cassia.
E’ considerato un paradiso per gli amanti del trekking e del cicloturismo in quanto le dolci colline ornate dai filari di cipressi sono percorse dalla via Francigena e dalle Strade Bianche delle Eroica.
In questo posto si fondono meravigliosamente arte, storia, natura, e la possibilità di fare attività all’aria aperta.
I ciclisti
Ho personalmente sperimentato la qualità dell’offerta ciclo-turistica della Val d’Arbia in un lungo week end di fine maggio 2019.
I protagonisti del week end in bici nella Val d’Arbia sono stati i due grandi sciatori Raff il Camerlengo e Alberto, oltre a Federico, anch’egli amico dell’Apricot Ski Club.
La gita è stata fatta da giovedì 23 a domenica 26 maggio 2019.
Spostamenti e pernottamento sono stati fatti in camper; in questo modo il denaro è stato speso soprattutto in bistecche fiorentine!
Oltre alle biciclette, in camper non potevamo non caricare l’Apricot Cube.
Il trasferimento
Siamo partiti da Treviso giovedì 23 dopo le 18, molto piu tardi rispetto a quanto programmato. Questo ritardo non siamo più riusciti a recuperarlo e ha influenzato anche il giorno successivo, dato che ci siamo trovati a pedalare, sotto il primo caldo dell’anno, sotto il sole cocente delle ore centrali del giorno.
Il programma prevedeva di arrivare in serata e pernottare a Isola d’Arbia o Monteroni d’Arbia, in modo da essere pronti il mattino successivo per salire in bici e pedalare.
Invece, il ritardo iniziale e gli ulteriori ritardi accumulati durante il trasferimento ci hanno obbligato a fermarci a dormire a Poggibonsi che era ormai mezzanotte passata, a circa un’ora di viaggio dalla nostra destinazione.
Per i camperisti: abbiamo pernottato nel punto sosta gratuito di via della Fortezza, Poggibonsi. E’ un parcheggio sterrato, in piano, e molto tranquillo e silenzioso, ai piedi della mura di una rocca. Non ci sono servizi, e il centro si raggiunge con un sentiero lungo un parco.
Pedalare sulla Via Francigena
Venerdì mattina siamo arrivati con calma a Isola d’Arbia e scaricato le bici per iniziare il nostro primo giro lungo la valle.
La traccia gps da seguire l’abbiamo scaricata dal sito http://www.themtbiker.com. La lunghezza del giro è di circa 50 km, con 700 metri di dislivello.
Abbiamo però fatto qualche deviazione rispetto alla traccia gps (soprattutto all’inizio del giro, quando eravamo più freschi) per salire sui poggi con i filari di cipressi e scattare qualche foto.
Come anticipato, siamo saliti in bici più tardi del previsto: erano quasi le 11.
La prima parte del giro percorre la via Francigena, verso Sud. Eravamo tutti molto soddisfatti non solo della bellezza dei luoghi, ma soprattutto del fatto che stavamo percorrendo una delle strade più famose ed importanti della storia Europea.
Infatti, la Via Francigena, che dal nord della Francia giungeva fino Roma, è stata per secoli il principale asse viario nord-sud d’Europa, in quanto collegava il Mare del Nord a Roma. Il percorso storico della via Francigena è quello seguito nel 994 dall’arcivescovo Sigeric, che da Canterbury (Inghilterra) partì per Roma in un pellegrinaggio di 1600 chilometri attraverso la Francia e l’Italia, annotando nel suo diario 80 tappe: è questo il cosiddetto itinerario sigerico.
Oggi, seguendo il modello del Cammino di Compostela, si sta cercando di riscoprire e valorizzare la Via Francigena, attirando fedeli in cerca di spiritualità ed escursionisti ammirati da luoghi ricchi di storia e fascino naturalistico. Da quello che ho letto su internet, i tratti “riscoperti” della via Francigena che presentano maggiore interesse sono proprio quelli nel senese e nel Lazio.
Per la nostra personale esperienza, possiamo confermare che la via Francigena che abbiamo percorso era ben segnalata con cartellonistica recente, con strade manutenute abbastanza bene, e senza i rifiuti che soprattutto nel centro – sud d’Italia rovinano il paesaggio campestre.
Nei circa 15 km percorsi lungo la Via Francigena abbiamo incontrato pochissimi ciclisti (forse un paio), ma molti escursionisti a piedi. La maggior parte completamente soli.
Quando si è quasi giunti a Buonconvento, nei pressi della Fattoria Piana (un complesso di edifici veramente affascinante), abbiamo fatto una piccola sosta sia per riposarci un poco sia per rimarcare la circostanza che avevamo raggiunto il punto più a sud del giro; e infine perché la traccia avrebbe abbandonato la via Francigena.
Pedalare sulle Strade Bianche dell’Eroica
A questo punto abbiamo imboccato la strada bianca di Piana che in leggera salita raggiunge il versante occidentale della valle. All’inizio le pendenze sono quasi insignificanti, diventano invece decisamente ripide addentrandosi nei boschi del Poggio alle Cataste. Qui io ho bucato la ruota anteriore e quasi investito un serpente (biscia o vipera che fosse).
Da qui in poi la cartellonistica stradale ci ha più volte ricordato che, fatte salve qualche deviazioni, stavamo percorrendo le Strade Bianche dell’Eroica, cioè lunghi tratti sterrati che vengono percorsi da due famose competizioni ciclistiche:
– La corsa in linea denominata Strade Bianche, che fa parte dell’UCI World Tour, cioè il massimo calendario mondiale, e che è famosa perché caratterizzata dall’innovativa presenza sul percorso di alcuni settori di “strade bianche”, cioè strade sterrate tipiche delle campagne toscane;
– La corsa in linea denominata l’Eroica. In verità, l’Eroica non è una gara o una competizione, ma una cicloturistica anche se di un certo impegno visto le sue caratteristiche. Infatti, si svolge lungo le strade bianche toscane, ed è possibile partecipare solo con biciclette vintage (in acciaio, leve del cambio sul telaio obliquo, ecc.). Visto il grande successo, gli organizzatori hanno dovuto stabilire un numero massimo di 7.000 partecipanti provenienti da sessanta nazioni.
Più o meno lungo (parte del) tracciato dell’Eroica, il giro in bici ci ha portato verso i borghi di Murlo, Vescovado e Lupompesi. Qui ha iniziato la lunga strada bianca di Radi, che corre immersa nella natura e con sparute presenze di edifici o opere dell’uomo. La seconda parte della strada è veramente spettacolare, dato che “corre sinuosa tra vasti spazi aperti, scollinando più volte e regalando un’impareggiabile veduta sulle torri di Siena, solo pochi chilometri più a nord”.
Tornati a Isola d’Arbia che ormai erano passate le 14, ci siamo fermati in un bar lungo la Cassia a goderci l’ombra e una bella birra ghiacciata.
Buonconvento
Abbiamo trascorso la serata e cenato a Buonconvento, uno dei borghi più belli d’Italia, con un centro storico circondato da alte e possenti mura.
Abbiamo parcheggiato il camper (e ivi pernottato) nel parcheggio asfaltato vicino al campo sportivo in via G. di Vittorio.
Dal parcheggio ci siamo diretti a piedi nel centro per mangiare due belle bistecche fiorentine con patate al forno.
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Il giorno successivo siamo andati a fare un giro un po’ più tecnico verso Asciano e le Crete Senesi, che si può leggere qui.
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