New York City Pass
Un paio di giorni prima di partire per gli USA abbiamo comprato il New York City Pass, cioè un abbonamento che ti consente di visitare 5 attrazioni ad un prezzo scontato, con possibilità di prenotazione on line (abbiamo comprato il New York City Pass su booking al prezzo scontato di € 580 per tutti e cinque i membri della famiglia).
Il City Pass, da un lato, ti consente di visitare alcune tre le più famose attrazioni di New York con un discreto sconto; dall’altro lato, ti costringe a prenotare gli ingressi alle singole attrazioni con il vantaggio di evitare le code anche in altissima stagione.

Statua della Libertà
La prima delle attrazioni prenotate con il New York City Pass è stata la crociera alla Statua della Libertà e Ellis Island.
La prenotazione era per le 10, cioè la prima corsa giornaliera, ma non siamo riusciti a prenderla perché, tra controllo dei biglietti, degli zaini, e controllo radiogeno delle persone (come quello degli aeroporti, ci tengono a precisare), ci sono voluti almeno 20 minuti. L’essere arrivati in ritardo comunque non è stato un problema, dato che ci soni diversi barconi che fanno la spola tra Battery Park, Statua della Libertà e Ellis Island, e vanno avanti e indietro senza sosta fino alle 17.

Ancora prima di partire, noi come tutti gli altri passeggeri abbiamo iniziato a scattare foto dei grattacieli del downtown di Manhattan e di Newark.

Dopo nemmeno 10 minuti di navigazione siamo passati di fronte alla famosa statua che, come è noto, è stata donata dalla Francia agli Stati Uniti d’America nel 1886 a simboleggiare la libertà.
Sbarcati, abbiamo fatto il giro dell’isola. Non siamo invece saliti dentro la statua perché serve una prenotazione e biglietto speciale. Ad onor del vero, in tempi di covid-19 non ci interessava proprio entrare, perché è ancora vivo il ricordo della claustrofobica visita nella testa della statua fatta nel 1997. In particolare, non potremmo mai dimenticare quando l’obesa signora di colore davanti a noi si è incastrata nello stretto passaggio che conduce alla sommità, e ha avuto una crisi nervosa e di panico.

Prima di risalire a bordo siamo andati sulla terrazza panoramica sopra il museo, con vista sul fiume Hudson e sulla bandiera americana.

Ellis Island
Altri 10 minuti di navigazione e siamo arrivati a Ellis Island, l’isola dove il governo USA effettuava i controlli sugli immigranti fino al 1954.
Il cuore del museo è la Registration Room, una grande sala dove i migranti venivano accolti e smistati: i più fortunati entravano negli stati Uniti dopo ore, e dopo comunque essere stati sottoposti a controlli medici e psicologici (qui sotto la Registration Room, che a pieno regime ospitava più di 400 persone al giorno).

Ad Ellis si ultimava il viaggio di speranza e di dolore di numerosi europei che migravano in cerca di fortuna. Veniva definita “isola di speranza” per il 98% delle persone a cui veniva permesso di entrare negli Stati Uniti; per il 2% di sfortunati che venivano respinti, Ellis Island era un’isola di dolore. Il 2% vuol dire anche mille respinti al mese (qui sotto la foto di un gruppo di italiani respinti in attesa del rimpatrio in Italia).

Downtown e Financial District
Lasciata l’isola siamo rientrati a Battery Park e ci siamo diretti verso il downtown. Il nostro itinerario ha toccato anche il quartiere finanziario della grande Mela, per una foto con il Toro del Bowling Green.
La coda per toccare il toro era così lunga che abbiamo dovuto fotografarlo da distante.

Un po’ più tranquilla era la situazione a Wall Street, anche nei pressi della sede della borsa di New York.

Siamo poi passati per Trinity Church; l’attuale edificio è il terzo ad esser stato costruito nello stesso posto con lo stesso nome. La chiesa odierna in stile gotico ed in arenaria rossa sembra essere completamente anacronistica, o meglio fuori del tempo, in quanta circondata da grattacieli altissimi.

Ground Zero
Raggiunto il World Trade Center, l’attenzione è stata catturata dall’Oculus bianco, un centro commerciale sotto il livello del piano strada con una curiosa copertura ramata.


Al Memoriale del 11 settembre non abbiamo svolto la visita guidata effettuata dai volontari familiari delle vittime, perché va prenotata con largo anticipo, nè abbiamo visitato il museo e per ragioni di tempo e perché lo abbiamo ritenuto “poco opportuno” con i bambini. Tuttavia la voragine lasciata dal crollo delle Twin Towers è veramente toccante; ci sono piaciute le due grandi fontane senza fine posizionate in quelle che sono state le fondamenta delle torri gemelle.

Ancora più toccante è leggere tutt’intorno alle fontane i nomi scolpiti nella pietra degli oltre 3000 morti; il luogo riporta alla mente le immagini televisive che, chi non è più giovanissimo, ha sicuramente impresso nella memoria.

Abbiamo lasciato il Ground Zero facendo una foto al One World Trade Center, un imponente grattacielo che sostituisce le torri gemelle e che abbiamo letto essere l’edificio più alto del mondo occidentale.

China Town
La nostra giornata è proseguita con la visita di China Town costellata da infiniti negozi all’aperto, e bancarelle di ogni tipo. Interessante è stato attraversare un piccolo parco dove numerosi anziani giocavano a carte e a go, e alcune signore cantavano canzoni tradizionali cinesi, accompagnate da strumenti musicali: sembrava di essere in un’altra città dove il tempo si era fermato.

Ponte di Brooklyn
Anche se stanchi, i nostri figli hanno voluto attraversare a piedi il ponte di Brooklyn. Come noto, è uno dei simboli di New York perché è stato il primo ponte ad unire Manhattan e Brooklyn.

Nonostante sia stato ultimato nel 1883, i due piloni, circondati da centinaia di cavi d’acciaio, sono alti 89 metri e la costruzione venne considerata all’epoca come l’ottava meraviglia del mondo.

Il ponte, lungo oltre mezzo chilometro, ha una strada con sei corsie, una pista ciclabile, una via pedonale assai frequentata e piena di turisti. Si incontrano anche personaggi particolari, come questo tale che portava a passeggio un serpente.

Seguendo i consigli delle varie guide turistiche, lo abbiamo attraversato per intero e siamo arrivati nel quartiere di Brooklyn, che proprio nei pressi della base del ponte è molto vivace, con una isola pedonale e molti localini con tavoli all’aperto.


Dopo aver ammirato lo skyline di Manhattan da Brooklyn, abbiamo preso una metro per tornare in albergo.

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Molto bello, mi e’ venuta voglia di andare a New York, aspetto gli altri articoliInviato dal mio Galaxy
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