L’intera giornata del 16 agosto è stata dedicata al trasferimento da NYC a Las Vegas, con un volo della Southwest Airlines (con scalo a St. Louis). Durante il volo, dai finestrini dell’aereo, abbiamo intravisto quello che sarebbe diventato l’ambiente più comune per la seconda parte del viaggio: meraviglie naturalistiche, con tanto deserto americano.
Siamo arrivati a Las Vegas alle 19.30 che, causa il fuso orario, per noi erano le 22.30.
Fortunatamente le pratiche per prendere a noleggio l’automobile sono state rapide. Per la cronaca si trattava di una Nissan Altima bianca, praticamente nuova visto che aveva appena 900 km.
L’impatto con Las Vegas, la città più eccessiva del mondo, è stato devastante. I bambini/ragazzi, dopo aver attraversato la Strip (cioè la via principale) in auto, erano entusiasti delle luci, degli hotel che riproducono NYC, Parigi, Venezia, le piramidi egizie (Hotel Luxor), ecc.
Il nostro albergo era l’Excalibur, un hotel di ambientazioni medievale (qui sotto l’ingresso).
Ancora prima di fare il check in, siamo rimasti storditi dalle luci e dal suono continuo delle onnipresenti slot machines.
Dalla hall di ingresso alla stanza c’era da fare un vero e proprio viaggio, dove era facile perdersi.
Le stanze erano grandissime. L’eccitazione era tanta e i bambini non volevano più andare a letto. Io in quel momento ho capito uno dei fattori che ha portato il successo a questa città costruita dal nulla, in mezzo al deserto del Nevada: i grandi hotel-casinò offrono a tutti la possibilità di fare una vacanza nel lusso, a prezzi contenuti (il cd. lusso low cost).
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