L’intera giornata del 24 agosto 2022 è stata dedicata al fuori strada, dato che Moab è famosa non solo per le meraviglie naturalistiche, ma anche per essere un grande parco giochi per gli amanti del off-road e delle mountain bike.
Dopo aver noleggiato una jeep blu elettrico (speso € 302), abbiamo iniziato la nostra gita nelle strade sterrate, con l’obbiettivo di arrivare a Canyonlands National Park – Island in the Sky lungo sentieri per mezzi off-road.

Gemini Bridges Trail
Il primo trail della giornata, con strada in salita, è stato il Gemini Bridges Trail, lungo poco più di 22 km. Il punto di partenza del trail è a nord di Moab, sulla sinistra della US 191, poco dopo l’ingresso dell’Arches National Park.

I nostri figli sono rimasti impressionati ed entusiasti di questo nuovo tipo di viaggio. Inutile dire che il papà è però quello che si è divertito di più.

Questo tratto di sterrato prende il nome da due ponti naturali paralleli (Gemini Bridges, appunto) che si raggiungono con una piccola escursione a piedi quando si è verso la metà del trail.

Questo è uno di quei luoghi la cui straordinarietà non si riesce a rappresentare compiutamente con le fotografie.

Dead Horse Point State Park
Arrivati in cima al plateu siamo andati a visitare il Dead Horse Point State Park, famoso perché è sopra a una iconica ansa del fiume Colorado.

Sempre nel Dead Horse point, abbiamo percorso il sentiero che costeggia la riva verso il Shafer Valley Overlook, per un totale di circa 3 km andata e ritorno. Anche da questo punto era eccitante vedere la traccia della strada sterrata che avremmo percorso in jeep nel pomeriggio.

Questa passeggiata è stata una delle emozioni più forti della vacanza americana. Eravamo completamente soli. Il silenzio ci intimoriva. Anche perché i sentieri americani non molto battuti e talvolta sono difficili da seguire: nel deserto dello Utah non ci sono molti alberi dove mettere i segnavia, ci sono poche segnalazioni colorate sulle rocce; poco più frequenti sono le piccole piramidi di sasso, che a volte spariscono a causa della pioggia o dell’uomo . Ci siamo persi un paio di volte, ma avendo fiancheggiato il Colorado che scorreva molti metri sotto di noi, siamo sempre riusciti a ritrovare la strada.

Abbiamo fatto un pranzo veloce in un tavolo da pic nic del parco statale, che opportunamente aveva una copertura per fare ombra.

Durante il pranzo abbiamo dato un po’ di briciole di pane ai chipmunks; dopo un po’ ci siamo ritrovati circondati da così tanti di questi scoiattoletti che i bambini hanno iniziato a preoccuparsi.

Long Canyon Road
Dopo il pic nic abbiamo ripreso l’auto e percorso in discesa la Long Canyon Road, della lunghezza di circa 15 km. Questo trail è molto divertente perché nella prima velocissima parte si scende verso il Colorado che sembra quasi di essere in picchiata; la parte centrale invece è lenta, ma ancora migliore, perché ci sono un paio di tornanti all’interno di uno stretto canyon di roccia rossa.

La ciliegina sulla torta è il passaggio sotto un enorme masso crollato dalla parete rocciosa sovrastante. Questo trail ci è piaciuto così tanto che in serata lo abbiamo rifatto.

Potash Road e Shafer Trail
Il Long Canyon Road termina all’incrocio con la Potash Road, cioè la strada che costeggia il Colorado River e che partendo da Moab arriva a Island in the Sky, nel parco nazionale di Canyonlands (arrampicandosi nella parte finale sui fianchi del canyon, lungo il Shafer Trail).

E’ la strada più spettacolare che io abbia mai percorso. Richiede un fuori strada e un po’ di esperienza con l’off-road; non si deve soffrire di vertigini; ma è un’esperienza indimenticabile.
All’inizio la strada procede abbastanza tranquilla e si arriva alla prima grande attrazione: enormi vasche di acqua blu scuro! Incontrare in mezzo ai canyon di roccia rossa un lago artificiale di colore blu o bianco accecante fa venire i brividi, e tornare alla mente tanti film su extraterrestri, X-Files, ecc.

A casa ho poi verificato che si tratta di vasche di evaporazione per l’estrazione di potassio (Potash!).
Il secondo punto che ha meritato una sosta è stato l’enorme masso a bordo strada, il cui equilibrio instabile ha richiesto un intervento di Romina.

Qualche chilometro dopo si giunge al Thelma e Luise point, luogo che prende il nome dalla scena finale dall’omonimo film, quando le due protagoniste si gettano nel fiume con la loro auto. Peraltro questo è il tratto di strada che si vedeva dall’alto, nel view point del Dead Horse State Point.

Nella prima parte la strada sale diritta, e sembra che si vada a sbattere lungo la parete del canyon. Mano a mano che ti avvicini, ti domandi con crescente preoccupazione: “noi dove passiamo con la jeep”?

Poi realizzi che la strada si inerpica sulle pendici del canyon, e capisci perché il Shafer Trail sia così famoso nel mondo dell’off-road.

Abbiamo quindi iniziato a risalire il canyon lungo una serie di tornanti, con il fondo stradale sconnesso e il ciglio del precipizio sempre molto vicino.
Ad un certo punto Giulia (la figlia maggiore) ha chiuso gli occhi, perché dalla posizione del passeggero vedeva lo strapiombo. Io avevo i battiti del cuore come se stessi salendo in bicicletta.

Negli ultimi chilometri la strada prosegue dritta lungo il bordo del canyon, e si può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Guardando in basso capisci che hai appena compiuto una piccola impresa personale.

Abbiamo così raggiunto Island in the Sky, dove abbiamo fatto qualche foto nei più celebri view point.

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