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Cosa vedere in Val d’Orcia. Perché andare.
La Toscana, e in particolar la Val d’Orcia, rappresenta una delle aree più interessanti dal punto di vista naturalistico, paesaggistico e storico dell’Italia. Gli elementi caratteristici della zona sono:
(a) i paesaggi mozzafiato disegnati da morbide colline colorate, in cui il paesaggio naturale è stato modificato dall’uomo in modo intelligente già a partire dal periodo rinascimentale;
(b) i borghi di origine medievale. Taluni sono costituiti da un agglomerato di pochi edifici, magari in cima ad una collina, che in non pochi casi sono stati trasformati in agriturismo; altri sono veri e propri “cittadine” che sono diventate famosi in tutto il mondo (prime fra tutte Pienza e Montepulciano; ma ci è molto piaciuta la meno conosciuta Bagno Vignoni);
(c) i cipressi, utilizzati non solo per delimitare strade o confini, ma anche come elemento di “arredo naturalistico” e che si trovano isolati, oppure disposti in filari o a formare altre figure geometriche. Guidando o passeggiando lungo la Val d’Orcia ci saranno innumerevoli occasioni per rimanere incantati; tuttavia, forse il luogo più spettacolare e significativo sono i cipressi di Casaltina lungo la SS2 Cassia, tra Montalcino e San Quirico d’Orcia.
La conferma di quanto sopra si ha dal riconoscimento della valle dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’Umanità. Le parole usate dall’UNESCO sono una sintesi (autorevole ed aulica) del perché valga la pena visitare questi luoghi: “la Val d’Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole”.
Il modo migliore per apprezzare queste terre è fare una passeggiata a piedi o in bicicletta. Qualche suggerimento sarà fornito nelle righe che seguono.
Il nostro viaggio
Siamo stati (due adulti più tre bambini) in Val d’Orcia approfittando delle vacanze di Pasqua del 2016. In particolare, vi siamo andati con il nostro camper dal 24 al 29 marzo 2016.
In questo viaggio non abbiamo visitato tutti i luoghi più caratteristici e/o belli e/o famosi, rinviando la visita dei rimanenti (es. Montalcino, San Quirico d’Orcia) ad una occasione successiva, non solo per ragioni di tempo, ma anche perché “il troppo storpia”: dopo 4-5 giorni di borghi medievali, per quanto possano essere belli e interessanti, ci si stanca. L’abbondanza esagerata, la bellezza paesaggistica e artistica eccessiva diventano controproducenti; l’eccesso guasta tutta la quantità, la deforma, la sciupa; un’eccessiva quantità di bellezze non ne permette la sua gestione e godimento.
Ho portato la mia MTB, e probabilmente le cose migliori sono state viste proprio in sella alla bicicletta.
Anticipiamo che i posti che abbiamo trovato più suggestivi e che meritano una nuova visita sono stati: (i) Bagno Vignoni; (ii) Pienza, soprattutto la passeggiata panoramica all’alba; (iii) i cipressi di Casaltina.
Partendo (e tornando) da Treviso abbiamo percorso 1.047 km; speso € 43,40 di pedaggi; speso € 17,00 per pernottamenti e parcheggi; speso € 130,00 di ristoranti/bar; speso € 45,00 di ingresso alle terme.
Volterra – Giorno 1
La prima tappa del viaggio è stata in a Volterra per spezzare il trasferimento da Treviso allo scopo di non percorrere troppi chilometri in un solo giorno, visitando la celeberrima cittadina dell’Italia centrale.
Siamo partiti da Treviso alle 8.15 e nel primo pomeriggio siamo arrivati a Volterra, dopo aver percorso circa 360 km. Abbiamo parcheggiato il camper nell’Area Attrezzata comunale presso il parcheggio P3, alla Fonte di Docciola (43.4034500 – 010.8642000). E’ un’area sterrata, leggermente in pendenza, davanti alla Porta delle vecchie mura denominata Fonte di Docciola. Pagato al tassametro € 10/24h. Questa Area Attrezzata è molto buona per visitare la città, in quanto si trova proprio sotto la rocca di Volterra; il centro si raggiunge con una scalinata di circa 300 scalini.
Volterra fu una delle più importanti città etrusche e nel Rinascimento una città-stato che per difendersi meglio si è sviluppata sulla sommità di una rocca. Forse anche per questo, parcheggiare il proprio mezzo nella Porta della Docciola e salire a piedi i 300 scalini fa comprendere e apprezzare meglio il luogo e le sue peculiarità. La stessa Fonte della Docciola, che si trova in prossimità dell’omonima Porta, è molto suggestiva.
Saliti i 300 scalini, abbiamo visitato la citta. Volterra ci è sembrata tranquilla, meno caotica e turistica di altre città della Toscana. In mezza giornata la si può ammirare percorrendo a piedi i luoghi più caratteristici:
- La Porta dell’Arco Etrusco;
- Via Matteotti, cioè la via centrale della cittadina con i principali palazzi signorili;
- Piazza del Duomo e il Palazzo dei Priori, che fu di ispirazione per il più famoso Palazzo Vecchio di Firenze.
Per una dettagliata descrizione della storia e caratteristiche dei suddetti luoghi non possiamo che rinviare alle guide turistiche. Segnaliamo che le guide turistiche consultate consigliano altresì alcuni luoghi che noi non abbiamo visitato in quanto di poco interesse (o addirittura) problematiche da visitare con tre bambini che hanno una età complessiva di 10 anni: il Museo Etrusco e il Laboratorio di Alabastro.
Bagno Vignoni – Giorno 2
In mattinata ci siamo trasferiti a Bagno Vignoni (105 km da Volterra), nel cuore della Val d’Orcia.
A Bagno Vignoni siamo andati perché era indicato come il punto di partenza di un giro in MTB di circa 30 km dal noto blogger www.themtbbiker.com. Alla fine si è rivelato come uno dei posti più interessanti di tutta la Val d’Orcia, e che consigliamo di visitare ad amici e colleghi.
Infatti, Bagno Vignoni è un piccolissimo abitato di circa 30 abitanti, nel comune di San Quirico d’Orcia. Al centro del borgo vi è la piazza delle sorgenti, una vasca rettangolare di centinaia di metri quadri costruita nel rinascimento che contiene acqua termale calda e fumante (noi l’abbiamo visitata al mattino presto: spettacolare! – vedi foto). Le antiche terme si dice fossero frequentante da Papa Pio II, Lorenzo de’ Medici, e tanti altri pellegrini che percorrevano la via Francigena; oggi la cosa che colpisce di più è trovarsi nella piazza centrale di un paesello riempito non di automobili, ma di acqua fumante.
La vasca non è balneabile da decenni per questioni di decoro; non siamo nemmeno riusciti a toccare l’acqua con le mani a causa del dislivello tra acqua e muretto contenitivo. L’acqua calda è tuttavia toccabile nella seconda attrattiva del borgo in parola, e cioè il parco archeologico che sovrasta la scarpata del Parco dei Mulini, dove si trovano le canalette che trasportavano acqua verso i mulini. I reperti archeologici sono interessanti nella misura in cui aiutano a comprendere quanto fossero state sviluppate le infrastrutture in età antica e medievale. I bambini, invece, si sono divertiti a giocare con i rivoli di acqua calda che attraversano il parco archeologico.
La terza attrattiva di Bagno Vignoni è la rupe da cui scorre l’acqua che defluisce dalla piazza del paese. Ai piedi della parete di rocce calcaree si è formata tra la vegetazione una enorme vasca di acqua termale balneabile; tuttavia, l’aspetto più qualificante l’area è proprio la parete rocciosa.
Infatti, in milioni di anni l’acqua termale che defluisce dalla piazza, ricca di materiali, ha creato delle secrezioni calcaree di varie tonalità di giallo, bianco e verde che ricordano molto quelle di Yellowstone. Per visitare questa zona la cosa migliore è scendere il sentiero a fianco delle secrezioni calcaree, che così si possono ammirare da diversi punti di vista.
Per chi volesse fare un bagno termale ci sono due possibilità:
- a) ci si reca nel Parco dei Mulini, e si entra nella vasca naturale che è profonda pochi centimetri. Il problema è che l’acqua, dopo aver percorso centinaia di metri si è raffreddata e, perciò, il bagno può farsi (quanto meno: io lo farei) soltanto in estate. Inoltre, si tenga presente che si è in mezzo alla natura, e quindi non ci sono servizi o strutture per cambiarsi o risciacquarsi. Questa vasca è raggiungibile, come detto, scendendo il sentiero che parte dal borgo, oppure, per chi arriva dalla viabilità principale, percorrendo una strada sterrata che si incontra sulla sinistra pria di entrare nel borgo;
- b) andare nelle strutture a pagamento quali la Piscina Val di Sole, a fianco del Parco dei Mulini, o l’albergo delle Terme.
Raffaele ha percorso il giro in MTB che era stato programmato. Si tratta di un percorso eccezionale sia dal punto di vista tecnico che paesaggistico, ma che richiede un poco di allenamento e che non è possibile fare con i bambini. Le strade sterrate e i sentieri della zona offrono tuttavia passeggiate e giri per tutti i gusti e livelli; consigliamo quindi di trascorrere qualche ora vagando per la campagna della Val d’Orcia, per magari concludere la giornata alle terme.
Abbiamo pernottato in camper in un parcheggio dedicato, gratuito, vicino al parco giochi e al centro del borgo. Il posto è tranquillo e con un panorama eccezionale. Per raggiungere il parcheggio, lasciata al SR2, si percorre (in salita) la Strada Bagno di Vignoni e si prende la seconda strada a destra, direzione Vignoni.
Qualora questo parcheggio fosse pieno o interdetto ai camper (infatti da sabato di Pasqua al lunedì di pasquetta la sosta sarebbe stata interdetta ai camper), c’è un altro parcheggio prendendo la prima strada a destra, cioè quella che conduce all’Hotel Adler Thermae. Questa area è in un posto più infelice in quanto dista qualche centinaio di metri in più dal centro del borgo ed è in un posto più disordinato e sporco.
Cipressi di Casaltina, Chianciano Terme e Montepulciano – Giorno 3
La mattina presto siamo andati lungo la SR2 tra San Quirico d’Orcia e il bivio per Montalcino per mostrare ai bambini i cipressi di Casaltina che avevano colpito Raffaele il giorno precedente durante il giro in MTB.
Sulla strada regionale si trova una rientranza sufficientemente ampia da contenere auto e camper.
Da li si possono ammirare verdi colline la cui sommità è delimitata da file ordinate di cipressi che seguono stradine dirette a splendidi casali. Spostando lo sguardo sull’altro versante si notano cipressi disposti in circolo che visti da lontano sembrano riuniti per un girotondo.
Poi ci siamo diretti all’Area Attrezzata di Chianciano Terme (N 43.04215; E 11.81935) per effettuare camper service. L’area era completa e così ci siamo diretti alle piscine Theia (piazza G. Marconi) dove abbiamo trovato un parcheggio gratuito sufficientemente ampio per il nostro camper. Abbiamo scelto le piscine Theia poiché, dai siti internet consultati, risultano essere le più adatte ai bambini. La temperatura dell’acqua è compresa tra i 33° e i 36° e quindi le piscine esterne si possono utilizzare in tutte le stagioni. A questo proposito a Chianciano si deve prestare attenzione perché alcuni centri termali sono proprio vietati ai bambini e alcune piscine ci risultano avere l’acqua fredda.
Abbiamo trascorso quattro ore all’insegna del relax all’interno del complesso termale (ingresso per intera famiglia € 45); purtroppo le piscine non sono state pensate per i bambini piccoli che devono essere sempre tenuti in braccio.
Il centro di Chianciano Terme non è molto grande e non ha aree pedonali particolarmente attraenti, quantomeno rispetto al resto dei borghi toscani.
Nel pomeriggio, così, ci siamo diretti verso Montepulciano dove abbiamo pernottato nell’area riservata ai camper nel piazzale dello Sterro, davanti alla caserma dei vigili del fuoco, dietro alla stazione degli autobus (5€/notte). L’area si trova ai piedi del colle di Montepulciano e l’area pedonale si raggiunge con un ascensore che arriva al Giardino Di Poggiofanti e a Porta al Prato che rappresenta l’ingresso del centro storico.
Per chi ha bambini è bene sottolineare che la bellissima cittadina è costruita su un colle e la salita con il passeggino gemellare è stata abbastanza dura: forse è stata più impegnativa la discesa! Dal punto di vista architettonico le attrazione principali sono Piazza Grande e il Duomo che si raggiungono dopo una camminata in salita di 3-400 metri.
Tuttavia la vera attrattiva di Montepulciano sono le cantine, dove si può degustare il celeberrimo vino. Le guide turistiche citano tra le più rinomate la Cantina Contucci alla base dell’omonimo palazzo in piazza Grande 7. Purtroppo non siamo riusciti a visitarla per i nostri bimbi reclamavano la cena. Abbiamo quindi cenato alla trattoria di Cagnano, dove per €44 ci siamo gustati una fiorentina di 1100 gr. (spesa complessiva € 87).
Messa nell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore – Giorno 4
La domenica ci siamo recati di buonora, soprattutto per non aver problemi di parcheggio, all’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Geograficamente qui non siamo più nella Val d’Orcia , ma nella terra delle Crete senesi, nel comune di Asciano.
L’anno precedente avevamo già visitato questa splendida abbazia benedettina del XIV secolo e ci siamo innamorati della bellezza del luogo, del silenzio e della pace. Avevamo così deciso da tempo di tornare per partecipare alla messa solenne della domenica di Pasqua accompagnata dai canti gregoriani dei monaci al gran completo. Finita la messa abbiamo visitato le cantine e comprato, nel negozietto dei monaci, una crema spalmabile al latte e miele ed un dopobarba, entrambi prodotti dai monaci.
Il nostro pranzo pasquale lo abbiamo consumato in camper vicino ad un bellissimo campo fiorito, con vista sulle Crete Senesi. Nel pomeriggio abbiamo percorso in lungo e in largo le stradine nei pressi di Asciano per goderci i meravigliosi paesaggi.
Abbiamo pernottato nell’area attrezzata all’ingresso del paese, con scarico e acqua.
Pienza – Giorno 5
Dopo aver fatto camper service abbiamo percorso i 43 km che separano Asciano da Pienza per visitare quella che viene definita una delle più preziose gemme rinascimentali. Le aree attrezzate ufficiali e tanti degli altri indirizzi trovati su internet erano al completo e non c’era posto nemmeno per una Smart. Abbiamo quindi lasciato il camper nel parcheggio del campo sportivo.
La città porta questo nome perché papa Pio II Piccolomini aveva deciso di rimodellare e far rinascere la sua città natale (Corsignano) cercando di farne la città ideale del Rinascimento. I lavori terminarono nel 1464, dopo la morte del papa e il suo progetto fu completato nel secolo successivo. Fulcro della città è piazza Pio II su cui si affacciano il Duomo, Palazzo Piccolomini e il palazzo Comunale. La cosa più interessante della visita guidata a Palazzo è lo splendido panorama che si può ammirare dalla terrazza dove lo sguardo spazia oltre il curatissimo giardino interno tra le colline toscane, costellate di cipressi e casali.
La cittadina si può tranquillamente visitare in mezza giornata facendo una passeggiata nel centro storico dove non si può non degustare il famoso pecorino di Pienza. Da non perdere è la passeggiata lungo il belvedere sulla valle sottostante. Raffaele, alzatosi all’alba, ha scattato delle splendide fotografie del risveglio della valle ancora velata dalla nebbiolina notturna e baciata dai primi raggi di sole.
A cena siamo andati alla sagra del paese a mangiare un’eccezionale tagliata al rosmarino per soli € 10. Dopo cena siamo tornati in centro, ormai svuotatosi dai turisti, per poter apprezzare lo spirito della città ideale che aveva ispirato papa Pio II: ci siamo seduti con calma e abbiamo ammirato la simmetria rinascimentale degli edifici sulla piazza.
Buonconvento e rientro a casa – Giorno 6
Nel viaggio di rientro verso casa abbiamo fatto una sosta a Buonconvento, che è nella lista dei borghi più belli d’Italia. Abbiamo lasciato il camper nel parcheggio lungo le mura (sulla via Cassia).
Le mura e le porte della citta sono ottimamente conservate e ben curate. Il piccolo centro è ordinato e pulito, ma non ha suscitato in noi forti emozioni.
Dopo la breve pausa siamo ripartiti verso casa.
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