Cosa vedere e fare alla Mitad del Mundo
Dopo aver trascorso la serata e nottata nell’ottimo Hotel Termas de Papallacta, mercoledì 9 agosto ci siamo diretti verso la più visitata delle attrazioni turistiche dell’Ecuador, cioè la Mitad del Mundo.
Peraltro, è opportuno precisare che abbiamo lasciato Papallacta prima del previsto a causa del freddo (la minima la notte era stata di soli 3° C) e del vento che rendevano impossibile godere delle piscine termali. Una volta risuperato il varco andino ed essere tornati nelle valle di Quito siamo passati dal clima invernale di Papallacta ad un piacevole giornata soleggiata con 25° C di temperatura.
La Mitad del Mundo è una sorta di parco a tema costruito e gestito da una società pubblica dell’Ecuador a circa 20 km a nord del centro di Quito. Il parco contiene il Monumento dell’equatore, ubicato proprio sulla linea equatoriale e celebra la missione franco-spagnola che nel XVIII secolo ha determinato l’esatta posizione del centro del mondo (da quello che mi è parso di capire attraverso misurazioni trigonometriche).
La Mitad del Mundo, che fino a qualche anno fa si limitava al Monumento e a una linea dipinta per terra che permetteva ai turisti di scattare una foto con metà del corpo nell’emisfero nord e con l’altra metà nell’emisfero sud, oggi è un vero e proprio parco a tema cui si accede pagando un biglietto di ingresso che permette di entrare nel Monumento e di visitare tutti gli altri musei e attrazioni ivi presenti (un Planetario, il museo sul cacao, un padiglione con un’esposizione di opere del pittore ecuatoriano Oswaldo Guayasamín, e altri musei che descriveremo nel dettaglio nelle pagine che seguono).
Oltre alle attrazioni, sono presenti punti di ristorazione veloce e veri e propri ristoranti, oltre ad un numero impressionante di negozietti che vendono prodotti artigianali dell’Ecuador.
Il tratto saliente e caratteristico del complesso di edifici che compongono il parco a tema de la Mitad del Mundo è la evidente volontà di riproporre al turista la sensazione di essere in una “cittadina”; pertanto dal punto di vista architettonico gli edifici presentano il medesimo stile, che mi sentirei di definire di tipo “coloniale”. In questo contesto, i numerosissimi negozietti non danno fastidio, ma anzi sono gli edifici che contribuiscono a creare la sensazione di “città”.
Ho avuto la conferma di quanto sopra una volta tornato in Italia, quando ho appreso che il nome ufficiale del posto è “Ciudad Mitad del Mundo”.
La sede dell’UNASUR
La prima cosa che colpisce il visitatore all’ingresso del parco/cittadella della Mitad del Mundo è la strana costruzione che si trova alla sinistra dei tornelli di accesso, e che per certi versi allieta e distrae le persone in coda alla biglietteria della Mitad del Mundo che vicendevolmente si domandano: “ma cosa è quello strano edificio? Sembra un’astronave”.
Ho chiesto informazioni direttamente al bigliettaio della Ciudad Mitad del Mundo. Mi ha risposto che è sede della UNASUR, cioè l’Unione delle Nazioni Sudamericane. Mi ha visto perplesso, o forse ha capito che ignoravo l’Istituzione in parola; si è allora sentito in dovere di precisare che è stata l’occasione per spendere soldi pubblici e aumentare la corruzione.
Tornato in Italia ho verificato che la UNASUR è un’organizzazione internazionale che ha lo scopo di costruire l’identità sudamericana e di sviluppare l’integrazione tra i Paesi membri. Lo strano edificio vicino alla Ciudad Mitad del Mundo è effettivamente la sua sede, che è stata inaugurata nel dicembre 2014.
Monumento a la Mitad del Mundo
Appena entrati nella Ciudad Mitad del Mundo, si percorre un viale in leggera salita e sui cui lati si trovano i busti dei vari scienziati la cui importanza si capisce mano a mano che si visitano i vari musei (in estrema sintesi: sono quelli che hanno calcolato dove si trova la linea dell’equatore).
Al termine di questo viale si trova il Monumento a la Mitad del Mundo, cioè una costruzione a forma piramidale alta circa 30 metri e sulla cui sommità c’è un globo terracqueo di 4,5 metri di diametro.
Come anticipato, questa è la principale attrazione del sito. E’ stato costruito con lo scopo di segnare e celebrare l’ubicazione esatta della linea equatoriale e la missione del secolo XVIII che la determinò. Metà dell’edificio si trova nell’emisfero nord; metà in quello sud. Ogni lato è perfettamente perpendicolare sulle quattro direzioni cardinali.
Sulle pareti dell’edificio ci sono gli stemmi dell’Ecuador, Francia, Spagna. Ma la cosa che maggiormente colpisce il turista è il cartello con l’indicazione delle coordinate: latitudine 0°0’0”.
Dentro il monumento c’è un piccolo museo che può essere diviso in tre parti. La prima parte altro non è che una terrazza panoramica, che in quanto tale ha sempre il suo fascino.
La seconda parte approfondisce le conseguenze fisiche di essere nella metà del mondo, con pannelli espositivi e soprattutto con la possibilità di fare piccoli esperimenti pratici. A titolo di esempio, vengono fatti esperimenti sul magnetismo e sull’effetto di Coriolis (il senso di rotazione dei vortici che si creano quando si stappa lo scarico di un lavandino varia a seconda dell’emisfero: nell’Emisfero boreale la rotazione sarebbe in un senso antiorario, mentre sarebbe opposta nell’Emisfero australe). Sempre a titolo esemplificato, con una serie di esperimenti mi è stato spiegato perché in Ecuador io peso meno che ai poli (mentre ai poli sono praticamente fermo, all’equatore la rotazione della terra mi fa viaggiare a 1670 km/h, e quindi la forza centrifuga mi fa perdere più di mezzo kilo di peso).
La terza parte del museo (il Museo Etnográfico Mitad del Mundo) l’ho trovata un po’ meno interessante, dato che mostra elementi della cultura indigena dell’Ecuador, come i vestiti, la descrizione dei diversi gruppi etnici, ecc.
Gran parte del tempo viene tuttavia persa fuori dal monumento, lungo la linea gialla dipinta sul terreno e che segna l’equatore. Noi, come tutti i turisti, ci siamo fatti decine di foto a cavallo dei due emisferi. Può sembrare una cosa sciocca e infantile; ma tutti ci cascano e con gran piacere, forse per il grande significato simbolico di tale linea.
Il Padiglione della Francia e la determinazione esatta della metà del mondo
Il Padiglione della Francia è interessante perché offre informazioni sulla missione dell’Accademia della Scienza di Parigi che nel XVIII secolo (tra 1736 e 1744) si recò in Ecuador (che all’epoca apparteneva all’impero spagnolo) per risolvere una serie di questioni sulla forma e dimensioni del pianeta terra.
Da quello che ho potuto capire, la missione è importante non solo perché consentì di tracciare la linea gialla su cui abbiamo scattato le nostre foto, ma soprattutto perché pose le basi per il sistema metrico decimale e contribuì a stabilire quanto è lungo un metro. Difatti, il metro ha una lunghezza pari alla quarantamilionesima parte del meridiano terreste.
Nel Padiglione della Francia ho finalmente messo a fuoco e capito perché lo stato sudamericano con la capitale Quito si chiama Ecuador, posto che l’equatore fa il giro dell’intero pianeta.
La verità è che i suddetti studi sono stati effettuati vicino Quito perché nelle restanti parti del pianeta la linea equatoriale attraversa gli oceani oppure foreste difficilmente raggiungibili (soprattutto nel 1700). Ed essendo questo l’unico posto comodo per studiare l’equatore, si è deciso di chiamarlo Ecuador.
L’esperimento dell’uovo
Capito l’importanza del sito in cui ci trovavamo, ci siamo cimentanti in una tra le più interessanti esperienze del viaggio in Ecuador, e cioè far stare in equilibrio un uovo sulla capocchia di un chiodo.
Nei pressi del Monumento a La Mitad c’è una bacinella con della sabbia, e nel mezzo c’è conficcato un chiodo. Con un po’ di pazienza è possibile mettere in equilibrio l’uovo sopra la capocchia; cosa che è fattibile solo a questa latitudine dove la forza di gravità è perfettamente perpendicolare al terreno.
Il museo del cacao
Altro museo meritevole di menzione è il museo del cacao, dove viene innanzitutto illustrata la storia della coltivazione e diffusione del cacao. Tra le varie cose si impara che la coltivazione ed esportazione del cacao è un settore molto importante per l’Ecuador, essendo quest’ultimo uno dei principali produttori del mondo.
Interessante è stata altresì la seconda parte dell’esposizione, allorché una gentile hostess ci ha spiegato, con dimostrazioni e prove pratiche, i vari passi del processo di trasformazione del chicco di cacao in cioccolato.
All’uscita del museo c’è lo shop in cui è possibile comprare vari prodotti a base di cioccolato a prezzi tutt’altro che economici. Noi abbiamo comprato delle creme di bellezza per il viso nonché decine di stecche di cioccolata, per consumo personale e per i regali ad amici e parenti.
Il planetario
Dopo aver pranzato sul ristorante che si affaccia su Plaza del Pueblo, siamo andati nel planetario, che forse è stata la cosa meno interessante della giornata.
Innanzitutto, abbiamo dovuto attendere una ventina di minuti per entrare. Una volta accomodati nelle poltroncine, abbiamo guardato un video che, per quel che ricordo, era incentrato su quanto sia grande l’universo.
Ci sono state persone che hanno apprezzato molto più del sottoscritto le comode poltroncine e l’ambiente oscuro del planetario, per schiacciare un bel pisolino post-prandiale.
Le case antiche
Ultima delle attrazioni che meritano speciale trattazione è quelle delle case antiche, laddove sono state ricostruite le case tradizionali dell’Ecuador, ovviamente distinte tra case della Sierra, della costa e della foresta.
La casa della Sierra, rigorosamente con il tetto in paglia, rappresenta un’abitazione tipica delle Ande dell’età pre-colombiana. Al suo interno c’era anche un artigiano che faceva lavorazioni manuali e che sembravano interessare molto ai bambini ecuadoregni. Noi non ci siamo fermati a lungo ad osservare l’artigiano perché incominciavamo ad essere stanchi.
Siamo poi entrati nella casa tipica della regione amazzonica, in cui si possono osservare gli strumenti da lavoro e per la pesca.
Infine, abbiamo visitato la casa dei pescatori che vivono lungo la costa dell’Ecuador.
Dieci minuti sono stati più che sufficienti per visitare le case antiche.
Altre attrazioni
Il parco della Ciudad Mitad del Mundo presenta altre attrazioni per i turisti ecuadoregni e internazionali, che riteniamo essere di minor interesse.
Qualcuna l’abbiamo provata, tipo la stazione del treno e il museo sull’archeologia ecuadoregna; altre le abbiamo viste molto velocemente, tipo l’esposizione delle opere del pittore ecuatoriano Oswaldo Guayasamín.
Nella Ciudad Mitad del Mundo ci sono poi un paio di parchi giochi per bambini, e posti per il pic nic.
Da più parti ho letto che nel week end vengono organizzati eventi, quali concerti e rappresentazioni teatrali. Il giorno in cui ci siamo stati noi, purtroppo, non c’è stato alcun evento live.
Tra una cosa e l’altra siamo stati nella Ciudad l’intera giornata (almeno 5 ore). E ne è valsa la pena, perchè le cose da vedere e provare sono state molte più di quelle che avevamo previsto.
Terminata la visita, eravamo tutti stanchi e sporchi, per aver trascorso l’intera giornata in questa sorta di parco a tema sulla linea equatoriale sotto un sole di alta quota (in fondo, eravamo a quasi 3.000 metri di altitudine). E proprio mentre ci stavamo pregustando un bel bagno caldo, c’è stato il colpo di scena: le batterie del nostro pulmino si erano scaricate e il van non riusciva a mettersi in moto. L’autista ha dapprima trafficato sul motore; poi ha collegato i cavi in parallelo con un’altra macchina; ma tutto inutilmente. Alla fine, io e mio padre abbiamo dovuto spingere il van finché non si è avviato.
Era ormai buio quando siamo arrivati all’Hotel dell’aeroporto di Quito (il Wyndham Quito Airport), scelto perchè l’indomani ci saremmo alzati presto per prendere il volo per le isole Galapagos.
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