Tre giorni di bici e spensieratezza
Dal 17 al 19 maggio 2024 insieme ad Alberto, Dino, Federico, Francesco, Gianni e Michele ho attraversato l’Istria lungo il tracciato della dismessa ferrovia che collegava Trieste con Parenzo: la ciclabile Parenzana.
Il ritorno da Parenzo a Muggia è stato effettuato lungo strade sterrate o a bassa percorrenza. A Muggia abbiamo preso il battello per Trieste (nella foto sotto: a sinistra l’andata, a destra il ritorno).

In estrema sintesi, i dati della tre giorni di bike packing sono i seguenti:
-230 km in bicicletta
– 2000 m d+
– Visita di alcune tra le migliori città istriane: Grisignana, Montona e Parenzo
– Automobili a casa, visto che siamo andati a Trieste in treno.

Questa esperienza di bike packing è stata concepita non solo come una “biciclettata”, ma come una vera e propria vacanza, con pause per scattare foto, visita delle città, e momenti di goliardia culinaria. Pertanto, nonostante tutti e sette avessimo avuto “le gambe” per percorrere la Parenzana in un giorno solo (si tratta di circa 120 km), abbiamo appositamente diviso la pista ciclabile in due tappe. In questo modo ci siamo goduti il paesaggio e la compagnia, arrivando a sera non troppo stanchi.


Trasferimento dalla stazione di Trieste a Muggia
Ci siamo trovati presso la stazione dei treni di Trieste venerdì alle ore 10. Scattato un paio di foto, abbiamo attraversato Trieste lungo piste ciclabili e strade più o meno trafficate in direzione di Muggia, dove inizia la vera e propria pista ciclabile della Parenzana.

Questo tragitto cittadino è lungo circa 14 km, con un dislivello di circa 150 m d+.
La primissima parte del percorso cittadino è piacevole, visto che si costeggia il mare; poi c’è una parte che si snoda nella zona residenziale di Trieste; l’ultima parte è nella zona industriale. Bisogna attraversare Trieste perchè il tracciato della ferrovia Parenzana è stato inglobato nella città.
Clicca QUI per scaricare la traccia gpx trovata nel web.

E’ questa l’occasione per ricordare che la Parenzana è stata una linea ferroviaria costruita dagli Asburgo per collegare Trieste con l’Istria interna, in particolare le città di Buie, Grisignana, Portole fino alla costa occidentale di Parenzo. La linea ferroviaria della Parenzana entrò in funzione nell’Ottocento e fu dismessa nel 1935 dal governo italiano.

1° Tappa: da Muggia a Grisignana
Dopo il trasferimento è iniziata la prima tappa, conclusasi nel borgo di Grisignana, dopo aver percorso 64 km di pista ciclabile con 650 d+ (in totale 78 dalla stazione di Trieste).
Precisamente, il percorso della pista ciclabile parte dalla Foce del Rio Ospo, vicino Muggia, in Italia. Seguendo il percorso del Rio Ospo siamo arrivati al confine di Rabuiese, entrando quindi in Slovenia.

Si attraversano i paesini di Scoffie (dover abbiamo fatto un’ottima merenda in un fornito panificio), Decani e Bertocchi in comode piste ciclabili asfaltate immerse nel verde dell’entroterra istriano. Solo nelle periferie di Capodistria e Izola abbiamo avuto a che fare con traffico e automobili.
Lasciata Capodistria, abbiamo proseguito costeggiando il mare: eravamo tutti entusiasti. Per la cronaca: in questa fase l’itinerario è sempre asfaltato.

Abbiamo anche attraversato Portorose, ma il centro abitato ci ha un pò deluso. Ci è invece piaciuto molto il tratto successivo perché si costeggia dapprima il mare e poi il Parco Naturale delle Saline di Sicciole.
Qui il percorso è veramente suggestivo perché si costeggiano le saline, specchi di acqua salmastra immersi nella natura.

Siamo quindi arrivati a Dragogna, il confine di Slovenia e Croazia. Subito dopo il confine si gira a destra percorrendo l’omonimo fiume imboccando poi un percorso in salita fino alla vecchia stazione di Salvore con una vista mozzafiato sul golfo di Pirano e le sue saline.

Entrati in Croazia la pista ciclabile cambia aspetto: si lascia l’asfalto e il fondo diventa sterrato.
Qui inizia la salita più significative della giornata, lunga diversi km ma dalle pendenze sempre abbordabili, passando per Buje fino ad arrivare a Grisignana.
Visita e pernottamento a Grisignana
Erano circa le 14 quando ci siamo accampati in un bar nei pressi delle mura di Grisignana, per un meritato riposo e tanta birra croata.

Grisignana è un piccolo borgo che in cui si respira l’arte e la serenità. Costruita pietra dopo pietra nel Medioevo, su una collina sopra la valle del fiume Quieto, Grisignana è un vero e proprio gioiellino architettonico.

A dispetto di altre cittadine istriane come Parenzo e Rovigno, dove l’architettura e l’adiacenza sul mare portano a ricollegare subito il legame veneto della città, a Grisignana invece l’architettura è tarata su un vero e proprio castelliere, avente nel suo trascorso, funzioni difensive e di monitoraggio delle valli adiacenti. Nonostante ciò, il legame tra Venezia e Grisignana è ben designato da alcuni edifici importanti, come la Loggia Veneziana.

Evidenti le influenze veneziane sono anche nella chiesa di S. Vito, del XIII secolo.

Grisignana è, tuttavia e soprattutto, una cittadina medievale che offre pace e tranquillità. In effetti si ritiene che il nome di questa piccola località derivi dal latino Grisium, ossia “collina di pietra”; ciò che maggiormente ci ha colpito sono proprio le case in pietra e le sue strette viuzze acciottolate.


Ho letto che nel 1965 Grisignana fu dichiarata città degli artisti; questo ha ridato vita ad un borgo che stava per essere completamente abbandonato. Oggi ci sono una trentina di case, gallerie, atelier e studio, nei quali risiedono più artisti che abitanti permanenti.
La sera invece è la città dei cicloturisti: ne ho visti a decine che, come noi, hanno deciso di passare la notte in questo ameno luogo. Tutti questi cicloturisti spiegano perché sia stato così difficile trovare una accomodazione per tutti noi, nonostante fossimo solo a metà maggio.
Anche solo una passeggiata – dopo cena – lungo le vie di Grisignana sono un’esperienza memorabile. Mentre scattavo questa foto ho anche pensato che abbiamo fatto bene a dividere il percorso in due tappe, altrimenti ci saremmo persi la magia di questo luogo.

2° Tappa: da Grisignana a Parenzo con sosta a Montona
Sabato mattina alle 9.30 siamo partiti per completare il percorso della ciclabile. Alla fine della giornata abbiamo percorso circa 70 km con 560 m d+; il chilometraggio e il dislivello sono maggiori di quelli ufficiale perché abbiamo fatto una deviazione per salire a visitare Montona.
La prima cosa da segnalare della giornata è stata la strada tutta sterrata, con diversi km in single track. Inoltre, due terzi del percorso è stato in discesa. Inutile precisare che eravamo tutti felici come dei bambini per un tracciato nettamente più divertente di quello del giorno precedente; forse un’eccezione erano i due amici con la gravel, che hanno un pò patito le vibrazioni delle lunghissime discese di giornata.

A metà della biciclettata (dopo circa 20 km di discesa!) siamo andati a visitare Montona, che con la sua spettacolare posizione in cima ad una montagna domina la verdeggiante valle sottostante. La salita al centro di Montona è stata la fatica principale della giornata, ripagata però dallo spettacolare panorama.

Nella piazza centrale campeggia la chiesa di Santo Stefano, probabilmente disegnata da Palladio.

Quello che è certo è l’ispirazione veneziana dell’intero impianto architettonico del borgo.

Dopo Montona la strada sale dolcemente per qualche km per scollinare a Vizinada. Qui ci sono altri venti chilometri, anch’essi tutti in leggera discesa, Questa seconda discesa però si discosta dal veloce e lineare tracciato della prima parte di giornata: verso Parenzo ci si ritrova infatti a zigzagare tra gli ulivi, i vigneti e i frutteti che nel tempo hanno preso il posto della Parenzana e che in molti punti ne rendono indistinguibile il sedime.
Arrivati a Parenzo siamo tornati in vista del mare, di un blu quasi accecante.

Prima di entrare nel centro cittadino, ci siamo fermati a pranzare in un chiosco in riva al mare, con vista di Parenzo. Il pranzo è stato (giustamente) a base di cevapcici e birra.

Subito dopo pranzo, Michele e Francesco hanno fatto il bagno a mare. Il resto della compagnia, assai più timoroso e freddoloso, si è limitato ad entrare in acqua fino alle ginocchia per scattare una foto di gruppo.

Visita e pernottamento e Parenzo
Dopo oltre due ore di pranzo, bagni a mare e bagni di sole, siamo entrati nel centro storico di Parenzo. Questo è uno dei migliori della Croazia. Io c’ero stato diverse volte, ma mai mi è sembrato così bello; esservi arrivato dopo due giorni di viaggio in bici mi ha fatto apprezzare il luogo in un modo che non riesco a definire, ma che sicuramente è speciale.
A Parenzo ci sono edifici dal grande valore storico e artistico, come la Basilica Eufrasiana del VI secolo, patrimonio dell’UNESCO, oppure la Casa Romanica, un complesso architettonico del XIII secolo, che rappresenta l’esempio più antico dell’Istria. Orbene, noi non li abbiamo visitati, ma ci siamo limitati dapprima a percorrere in bici la bellissima passeggiata lungo il mare che fa il periplo della città, e poi a camminare per le viuzze del centro storico, già piene di turisti e bagnanti. Quanto era diversa l’atmosfera rispetto alla quiete del giorno prima a Grisignana!
Preso possesso delle nostre due suite nel prestigioso Martis Forum Heritage Hotel, in pieno centro storico, c’è chi si è goduto il welcome drink offerto dalla direzione dell’hotel sotto un bell’ombrellone, e chi ha rifatto il bagno a mare (sempre Francesco e Michele).


3° tappa: da Parenzo a Muggia
Domenica siamo tornati a Trieste utilizzando una traccia gpx scaricata dall’ottimo sito Nest Bike, lungo strade sterrate e strade asfaltate con poco traffico veicolare.
Poichè il tracciatore indicava un percorso di 75,2 km con oltre 800 m d+, per un totale di 5 ore di bici, siamo partiti presto, e cioè alle 8.20.
Lasciata Parenzo (dopo aver scattato l’ultima foto) abbiamo percorso delle strade sterrate che hanno costeggiato il mare per una ventina di chilometri fino alla foce del fiume Quieto, alle porte di Novigrad: per tutto questo tratto si alternano brevi salite, passaggi a pelo d’acqua, pinete e uliveti. E’ forse stato il tratto migliore paesaggisticamente dell’intera vacanza, oltre ad essere il più divertente da guidare in mountain bike.

Si raggiunge quindi la baia di Tarska Vala, con una una breve ma ripida discesa, il cui fondo sconnesso ha obbligato gli amici in gravel a scendere dalla bicicletta e percorrerla a piedi.
Attraversato il ponte di Antenal, ci siamo spostati verso l’interno con un tracciato che attraversa le campagne e i boschi istriani.

Una salita asfaltata di circa 4 km ci ha portato a Smarje. Questa è stata l’ultima fatica, perché poi il tracciato è sempre stato caratterizzato da salite e discese morbide sulle piste ciclabili slovene ottimamente asfaltate (negli ultimi km si percorre la Parenzana, ma in senso contrario).
Verso le 13 siamo arrivati a Muggia. Abbiamo pranzato in un chiosco in riva al mare e alle 14.15 ci siamo imbarcati sul Delfino Verde, cioè l’imbarcazione di linea che collega Trieste con Muggia.

Si tratta di un servizio di trasporto pubblico locale che la domenica pomeriggio fa un corsa da Muggia a Trieste ogni ora e mezza (ad es. 14.15; 15.45; 17.15; ecc.). La navigazione dura 30 minuti per un costo, comprensivo di bici, di € 5,80; il biglietto si acquista unicamente a bordo.
Sull’imbarcazione c’è una rastrelliera che può ospitare 10 biciclette.

Sbarcati a Trieste ci siamo velocissimamente salutati perché verso le 15 abbiamo preso i treni che ci hanno portato a Treviso e Mestre.
Con quale bici percorrere la Parenzana
La Parenzana si può tranquillamente percorrere con una gravel e una city-bike. Solo il tratto croato è sterrato e leggermente sconnesso, ma nulla di drammatico. Se si vuole tornare in Italia seguendo il nostro esempio, il percorso è un pò più tecnico, ma il piede a terra i gravellisti devono metterlo solo un paio di volte.
Con una moutain bike però la biciclettata è più veloce e divertente. Significativa è la tappa da Grisignana a Parenzo, in cui ci sono discese lunghe decine di km. Chi aveva la mountain bike è sceso rilassato e veloce; gli sembrava di vivere un sogno. Chi aveva la gravel era decisamente più lento, “shakerato” e spossato dalle lunghe vibrazioni sul manubrio, non vedendo l’ora che la discesa finisse.
Come ha efficacemente sintetizzato Francesco (che aveva la gravel), la bicicletta perfetta è una mountain bike front.
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Per il racconto di altri giri in bici clicca:
– QUI per tre giorni di bike packing in Slovenia;
– QUI per il giro in MTB sulle crete senesi;
– l’Eroica in 4 tappe (clicca QUI).
– QUI per il giro da Strà, Riviera del Brenta, Venezia, Lido di Venezia e Chioggia;
– la Parigi – Roubaix per amatori (clicca QUI).
– la pista ciclabile Calalzo – Cortina, con anello della conca ampezzana (clicca QUI);
– QUI per il racconto di quella volta che mi sono imbucato nella tappa del Tour de France.
Per scarire le tracce gpx dei tre giorni di bici clicca:
– QUI per la traccia della Parenzana;
– QUI per la traccia della tratta da Trieste a Muggia;
– sul sito Nest Bike per la traccia del ritorno da Parenzo a Muggia .
Bello, rispecchia perfettamente le emozioni che abbiamo vissuto.Inviato dal mio Galaxy
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buongiorno, avete alberghi da consigliare durante il percorso?
e’ possibile raggiungere trieste o muggia direttamente in treno?
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Trieste si raggiunge in treno, come del resto abbiamo fatto noi, mentre Muggia solo in barca (Delfino Verde).
A Grisignano abbiamo dormito in due appartamenti trovati su Booking.com, mentre a Parenzo al Marti’s Heritage Hotel, in pieno centro.
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