Dopo aver valutato le località sciistiche che ho avuto la fortuna di visitare in Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli, in questo articolo mi dedico ai comprensori della rimanente parte del Bel Paese; precisamente, delle località delle Alpi Occidentali e di quelle del centro Italia.
I criteri di valutazione sono sempre gli stessi, basati sulle (i) dimensioni del comprensorio; (ii) le caratteristiche degli impianti di risalita; (iii) la qualità dei rifugi e dell’apres ski; (iv) la qualità del paese, avendo riguardo della vivibilità, pedonalizzazione, e varietà di offerta turistica alternativa allo sci, e infine il (v) prestigio della località derivante dalle competizioni sportive internazionali che essa ospita.

Valle d’Aosta
Cervinia. Ci sono stato a sciare nel 1992, quindi i ricordi sono sbiaditissimi. Ho avuto però la percezione di un immenso comprensorio (in effetti, risulta avere 200 km di piste), che permette di raggiungere la mitica Zermatt con gli sci (cosa che però non ho fatto). Il panorama è eccezionale, potendo ammirare forse la singola vetta più bella ed iconica di Europa: il Cervino. Qui credo di aver fatto la discesa più lunga della mia vita (anche più di quella dalla cima della Marmolada), cioè quella che collega il Plateau Rosà (3.480 m) con Valtournenche (1.525 m); il problema è stato poi tornare in cima, dato che ho dovuto prendere 4-5 impianti. Non mi è piaciuta Cervinia, che non mi pare abbia il fascino o il prestigio delle località di prima fascia. Solo per questo motivo colloco Cervinia nella seconda fascia.
Courmayeur. Vi ho trascorso un weekend nel 2006 per partecipare alla prima edizione di “Lawyers on the snow”. Il comprensorio ha 42 km di piste, quindi può definirsi di media grandezza, con impianti moderni. Ci sono tuttavia due particolari che ricordo con estremo piacere: il primo è la parete del Monte Bianco, sullo sfondo della gran parte delle sciate; ebbene, talvolta le dimensioni contano. Il secondo elemento degno di menzione è il paese di Courmayeur, decisamente bello, elegante e sofisticato. L’ultimo giorno ci sarebbe piaciuto salire sul Monte Bianco per poi scendere lungo la Vallée Blanche fino a Chamonix, ma la fitta nevicata ci ha suggerito di rinviare; peccato, perché ho letto da più parti che si tratta di una delle cose da fare almeno una volta nella vita. Tutti questi elementi mi fanno inserire Courmayeur comodamente nella seconda fascia.
La Thuile. Comprensorio con 150 km di piste suddivise tra versante italiano e versante francese. Ci sono piste molto lunghe, che talvolta corrono sulla sede della strada del piccolo San Bernardo, oltre ad un paio di piste nere molto impegnative; tra queste ultime va segnalata la Berthod, che ha ospitato un paio di volte prove di Coppa del Mondo e cha da molti viene considerata la più ripida in Italia. Lungo le piste ci sono diverse attrazioni turistiche, come la passerella in acciaio sopra il baratro del passo del Piccolo San Bernardo, oppure l’Igloo Village. Nota dolente sono gli impianti di risalita, posto che tranne un paio di eccezioni, sono tutte seggiovie scoperte che fanno patire il freddo; inoltre, molte di queste seggiovie non sono a sganciamento automatico e quindi sono estremamente lente. Il paese è nella norma, ma rovinato dal grande hotel/residence di 9 piani che c’è all’arrivo delle piste da sci (un vero e proprio ecomostro). La località può quindi rientrare nella seconda fascia. Per gli amanti del turismo itinerante, invece, è una ottima scelta dato che c’è una area sosta attrezzata a pochi passi dagli impianti di risalita, oltre ad un campeggio. Per maggiori info su questo comprensorio sciistico, clicca QUI per le mie impressioni raccolte durante il carnevale del 2022.
Lombardia
Livigno. Sono stato a sciare a Livigno con l’Apricot Skiclub nel gennaio 2020. Il primo giorno abbiamo sciato sul versante denominato Mottolino Fun Mountain, il secondo sul versante opposto, denominato Carosello 3000. In entrambi i giorni abbiamo sciato un paio d’ore con Giorgio Rocca. Ci sono complessivamente 115 km di piste; gli impianti sono ottimi, come lo è l’innevamento, grazie alla altitudine del comprensorio. Anche i rifugi non sono niente male. Sorprendente è anche il paese di Livigno, con una isola pedonale piuttosto sviluppata e con strutture decisamente carine. Livigno offre molte attrazioni extrasciistiche, dalla piscina/spa pubblica (non provata perché abbiamo usufruito di quella del nostro albergo) alla pista di go-kart sulla neve (provata!). Pertanto, sarei tentato di collocare questa località in prima fascia, anche se mi pare che le manchi il blasone e il prestigio (es. derivanti da competizioni internazionali) delle più rinomate stazioni sciistiche.
Ponte di Legno – Passo del Tonale. Ho sciato a Ponte di Legno da bambino, quando (mi pare) non fosse ancora collegato con il Passo del Tonale; non ho ricordi minimamente attendibili. Sulle piste di Ponte di Legno sono tornato nel 2020, ma partendo con gli sci dal Passo del Tonale. Il comprensorio per quantità e qualità delle piste è tra seconda e terza fascia; non posso invece esprimermi sul paese. Per vedere il video della sciata, clicca QUI.
Stelvio. Il passo dello Stelvio è al confine tra Alto Adige e Lombardia. Viene trattato in questo articolo perché, quando ci sono andato nel giugno 2021 con l’Apricot Skiclub, avevo l’albergo nella lombarda Bormio. Ci sono 4-5 skilift e forse una decina di piste. I rifugi e gli alberghi sono mal ridotti. Però è un ghiacciaio, utilizzato per lo sci estivo; quindi bisogna essere prudenti nei giudizi. Peraltro, va menzionato che insieme a noi dell’Apricot a sciare vi erano solo squadre agonistiche, tra cui la nazionale svedese e Petra Vlhova, fresca vincitrice della Coppa del Mondo generale (in realtà lei sciava dalle 6 alle 10, su pista riservata).
Piemonte
Sestriere – Via Lattea. Ho sciato su questo comprensorio per tre-quattro giorni nel 2005. Ci sono molte piste, dato che è collegato con Sauze d’Oulx, Claviere e Montgenevre, per un totale di oltre 200 km. Il versante di Sestriere non mi ha entusiasmato per il fatto che anche a 2600 mslm si possono vedere, a fondo valle, le brutture architettoniche del paese; inoltre, le piste sono tutte parallele e molto simili tra di loro. Mi è piaciuto di più il versante di Sauze d’Oulx e San Sicario. I rifugi lungo le piste e il paese di Sestriere non mi sembravano minimamente paragonabili a quelli delle pari località del Trentino Alto Adige. Tuttavia, il comprensorio è grande, rinomato, e con ottima neve grazie alla sua altitudine; pertanto, mi sembra corretto collocarlo nella seconda fascia.
Centro Italia
Campo Felice, in Abruzzo. E’ la stazione sciistica più frequentata durante gli anni romani (2001-2007), visto che era la più vicina alla Capitale e ci andavo in giornata. Mi ricordo pochi impianti e poche piste, molto corte. In compenso erano lunghe le code. Ad onor del vero su internet leggo che ora ci sono 38 km di pista; non capisco se il dato sia attendibile; forse sono stati costruiti nuovi impianti. La cosa che mi aveva impressionato maggiormente erano i rifugi in lamiera, il cui livello non era minimante paragonabile a quello delle Dolomiti. Per i miei ricordi, rientra nella quarta fascia; se è vero che oggi ci sono quasi 40 km di piste potrebbe meritare un up-grade.
Campo Imperatore, in Abruzzo. Vi ho sciato 2-3 week-end durante gli anni romani, con pernottamento a l’Aquila o dintorni. Il Gran Sasso d’Italia è una gran bella montagna. Vi erano tre-quattro impianti e, conseguentemente, poche piste (su internet leggo di 13 km di piste). Si aveva però la sensazione di essere in montagna, molto più che a Campo Felice o al Terminillo. Inoltre, ricordo un bellissimo fuori pista in un versante della montagna completamente deserto, senza strutture e in mezzo alla natura; al termine della parte sciabile c’era un fuori strada che per pochi euro ti riportava alla stazione di partenza della funivia; è probabilmente il migliore fuori pista che abbia mai fatto, perché lungo, poco pericoloso, in un ambiente bello e non antropizzato. La località rientra comunque nella quarta fascia.
Monte Livata, in Lazio. In questa località sono stato a fare sci da discesa una, forse due volte. C’erano un paio di impianti di sci con due piste. Rientra quindi nella quarta fascia. Il posto però mi piaceva molto, perché ha un bosco bellissimo; lo ho frequentato soprattutto in estate, ma vi sono tornato altre volte, anche d’inverno, per fare passeggiate e praticare lo sci da fondo (un sabato ho percorso un anello che sarà stato lungo quasi10 km, e non ho trovato nessuno: spettacolare!).
Roccaraso, in Abruzzo. Nel 2006 vi ho trascorso un week end; non ricordo dove avevo pernottato, ma ci sono andato perché mi avevano detto che il comprensorio è paragonabile a quello delle Dolomiti. E avevano ragione! Su internet leggo di 110 km di piste: forse la cifra è esagerata, ma gli impianti e le piste sono davvero tante. La lunghezza e il dislivello delle piste non è chiaramente paragonabile a quello delle Alpi, ma la località rientra tranquillamente nella terza fascia. Peraltro, l’intero weekend ho sciato sempre sotto una fitta nevicata, di quelle che al nord è sempre più difficile trovare.
Terminillo. Vi ci sono andato una sola volta, ovviamente durante gli anni romani. Ricordo uno o due impianti. Rientra nella quarta fascia.
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4 risposte a "Diamo ai voti alle località sciistiche italiane"